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Francesco: “il 7° Comandamento va rivisto. NON RUBARE? Dipende”.

E’ tutto perfettamente legale. Ecco la ricetta segreta per rubare tutto l’oro dei tuoi clienti in perfetto stile “Casa de Papel” senza sentirti in colpa e facendo anche in modo che sia un bene per loro…

Com’è possibile che le parole “rubare” e “legale” si trovino nella stessa frase? Può sembrare un controsenso ma “niente è come sembra” e adesso scoprirai il perché.

Francesco, un caro amico con il quale a volte parliamo di temi relativi al marketing e soprattutto alla pubblicità, mi ha detto testualmente quelle parole che mi hanno suggerito il titolo di questo articolo. Ora ti spiego cosa intendeva.

In questi giorni hai sentito parlare della rapina che è stata messa a segno in Brasile da un gruppo di 8 persone all’aeroporto di San Paolo?

Probabilmente sì, ma voglio raccontarti tutti i dettagli di questa storia e soprattutto svelarti il perché questo colpo diventerà un esempio da sfruttare per il tuo business.

Ecco la dinamica del fatto:

Da un pick-up nero, simile a un’auto della polizia, degli uomini con il volto coperto costringono gli operai aeroportuali a caricare sulla loro auto l’oro e i metalli preziosi che erano destinati a Zurigo e a New York.

La banda ha preso in ostaggio due persone, ma poi le ha rilasciate quando si è data alla fuga. I ladri avevano sequestrato anche la famiglia (tra i quali c’erano dei minorenni) di un dipendente per ottenere le INFORMAZIONI PREZIOSE che gli sono servite per l’operazione.

2 minuti e mezzo d’orologio per rubare 750 kg d’oro.

Un bottino che equivale a 34 milioni di dollari.

Dei veri e propri professionisti che non si sono fatti intimorire da niente e nessuno.

Tutto questo è stato possibile perché hanno seguito alla perfezione un piano strategico studiato per mesi (o forse anni), calcolato nei minimi dettagli.

E’ TUTTO VERO, NIENTE E’ STATO LASCIATO AL CASO.

In molti lo definiscono un colpo “PERFETTO” perché non ha causato morti, feriti, tutto è andato liscio come l’olio grazie alla magnifica abilità degli attori.

“CIAK, SI GIRA!”

Non sto parlando però della trama di un film o di una serie tv (leggi qui l’ultimo articolo del blog in cui parliamo della “Casa di Carta”) ma di una storia vera, realmente accaduta.

Una manciata di secondi sono stati sufficienti per mettere a segno un colpo clamoroso che entra di diritto nella lista delle rapine meglio riuscite e con un bottino da far invidia anche a Zio Paperone.

Ma cosa ha reso questa rapina così memorabile?

Te l’ho accennato prima ma da questo momento ne parlerò solo ed esclusivamente come spunto di riflessione per la crescita del tuo business.

Ti ho parlato di strategia e studio.

Sono questi gli elementi fondamentali utili da impiegare nella tua azienda da oggi.

Abbandonare completamente l’improvvisazione e l’approssimazione.

Il tuo business ha bisogno di essere pianificato ora, per fruttare soldi domani.

Ma andiamo per gradi.

Il primo campanello d’allarme sta risuonando nella tua testa?

Pensi di aver pianificato alla perfezione ogni mossa strategica del tuo business? Pensi di conoscere alla perfezione le tue risorse (e come impiegarle) e i tuoi obiettivi (e come attuarli)?

Se non hai ben chiaro tutto questo, non preoccuparti.

Avere la consapevolezza di dover lavorare sodo è il primo passo verso il successo garantito.

Non avere paura.

Non dobbiamo organizzare una rapina all’aeroporto più vicino, ti puoi rilassare.

Ma dobbiamo pianificare ogni mossa per GUADAGNARE (e non rubare) il massimo dalla tua azienda.

Questo post infatti è dedicato a te che possiedi una micro/piccola/media impresa: per metterti al corrente che ogni strategia che hai intenzione di applicare al tuo business non può sostenersi senza un’approfondita preparazione e consapevolezza del rischio a cui si va incontro (si, c’è la possibilità di non riuscire ad emergere).

Cosa serve per spiccare il volo?

UN PIANO PRECISO E PERSONALIZZATO.

La colpa non è tua, caro imprenditore

Ti hanno fatto credere di aver già raggiunto il massimo e di essere arrivato alla vetta (non credendoci del tutto tu per primo) e di non poter fare altro che aspettare che il vento del mercato cambiasse a tuo favore.

Ingenuamente ci sei cascato con tutte le scarpe, HAI CREDUTO A QUELLO CHE TI DICEVANO, PER FIDUCIA.

Non c’è più tempo da perdere.

Hai seguito la moda, affidandoti alle agenzie creative di turno che ti hanno proposto immagini, slogan e personaggi acchiappa like.

A fine mese hai notato un’impennata delle vendite direttamente collegate al n. di like e di condivisioni dei post sui social?

Io non credo (se mi sbaglio consegnami delle prove, sarò felice di risponderti).

Oggi il tuo obiettivo dev’essere quello di allontanarti da tutta questa “vanità” per approdare alla “concretezza”.

Seguendo il tuo bias di conferma, credi di fare la cosa giusta: il cervello ti ripete che “per ottenere il successo, ti devi affidare alla creatività dell’agenzia blasonata X” e tu lo fai.

Caro imprenditore, te lo ribadisco, NON E’ COLPA TUA.

Guarda questa foto con al centro la protagonista indiscussa (la testuggine) e tra poco ti farò rimanere a bocca aperta dallo stupore e dall’incredulità.

Subito balza all’occhio attento, che la protagonista di quest’immagine è una tartaruga (forse di una razza in via d’estinzione).

Ad ammirarla un fotografo e dei ragazzi e ragazze pronti ad “accogliere” la bestia tra le loro braccia.

Ma si sa che l’attenzione da sola, al giorno d’oggi, non è sufficiente.

Abbandona tutte le riflessioni che hai fatto osservando questa foto.

Ritorna su e ingrandiscila.

Ti renderai conto che la foto è in bianco e nero e che il tuo cervello per “semplificarti la vita” riempie di colore gli spazi grigi all’interno del reticolato colorato.

In questo modo vedrai le magliette verdi, blu o gialle.

Ma è solo ed esclusivamente un’illusione ottica.

Il tuo cervello lavora in questo senso, perché ti abitua a SEMPLIFICARE ciò che vedi in relazione alle tue esperienze.

Perché ti racconto tutto questo?

E’ semplice.

Devi abbandonare la tua zona di comfort.

Devi spingerti oltre ciò che vedi per approfondire e capire cosa si nasconde dietro la facilità apparente di un meccanismo (in questo caso da attuare al tuo business).

L’esempio della rapina in Brasile e l’immagine qui sopra sono dei veri e propri spunti per tua crescita imprenditoriale.

RICAPITOLIAMO

Se vuoi che il tuo business possa avere risultati positivi (garantiti) devi:

  • Allontanarti pian piano dalla tua zona di comfort (e quindi da ciò che pensi sia vero e giusto a prescindere)
  • Avere il coraggio di fare piccoli cambiamenti progressivi senza comunque sconvolgere le tue abitudini all’improvviso (leggi un post in merito qui)
  • Avere un piano strategico personalizzato. Pianificare ed agire contemporaneamente. La pianificazione va fatta, ed aggiungo che è altrettanto fondamentale l’azione veloce

UN PIANO STRATEGICO PERSONALIZZATO? E A CHI LO CHIEDO? E QUANTO MI COSTA? E POI CHE ALTRO DEVO FARE?

Ok, non voglio farti star qui due giorni a farti domande. Ti rispondo subito. Devi metterti seduto con me e ragionare su quali sono le leve da utilizzare ADESSO e quali sono quelle da DIMENTICARE. Nel tuo esclusivo interesse.

Per te, IMPRENDITORE, che vieni da un’altra era (come me d’altronde eh), una riflessione sul motivo per il quale probabilmente dovresti cominciare a pensare che il tuo modo di fare impresa potrebbe pericolosamente essere ancorato a retaggi che non ti consentono di prosperare.

COMUNICARE HUMANUM EST. Le “tre ondate” economiche e sociali.

La prima ondata: l’AGRICOLTURA.

Una specie fatta di tribù nomadi, dedite alla raccolta e alla caccia, diventa stanziale: impara a coltivare la terra e ad allevare animali. Non più vagante alla ricerca del cibo o di un riparo provvisorio, ma capace di modificare l’ambiente, costruire case e città, preparare le risorse per il domani. Contemporaneamente impara a navigare,così nascono le esplorazioni, i commerci e gli scambi. Si inventano concetti del tutto nuovi, come la proprietà, il denaro, il commercio, il diritto.

La seconda ondata: l’INDUSTRIA. L’epoca in cui molti di noi ancora credono di vivere.

Nascono le macchine; la produzione e il trasporto non sono più affidati alle braccia degli schiavi o degli animali da soma, ma alle macchine. Nelle fabbriche si producono beni in grandi quantità e a prezzi sempre più bassi (tutto diventa più omogeneo, più standardizzato), [| destino degli uomini, delle imprese, delle nazioni non è più determinato dalla proprietà della terra, ma dal controllo delle tecnologie e dei mezzi di produzione.

La terza ondata: l’INFORMAZIONE. L’epoca in cui viviamo.

Ció che conta non è più il possesso delle risorse, né delle macchine per trasformarle. È la conoscenza. Il potere è nelle mani di chi ha maggiori conoscenze, o può controllare il flusso delle informazioni.

L’occupazione, cioè il lavoro, che prima era prevalentemente agricolo, poi fu soprattutto industriale, oggi è prevalentemente nel “terziario”. Sono sempre meno numerosi gli agricoltori e gli operai; sempre di più le persone che si occupano di rapporti umani e di scambio di informazioni.

Qualcuno definisce questa terza epoca come “post-industriale”. Il termine è improprio, perché l’industria si trasforma ma non scompare. Con l’automazione potranno esserci sempre meno operai; le esigenze ambientali richiedono cambiamenti profondi; ma l’industria rimane un elemento portante della società e dell’economia.

Le tre “ondate” non si annullano, si sovrappongono. Nelle ere successive rimane l’agricoltura (altrimenti moriremmo tutti di fame) e nell’era dell’informazione rimane l’industria (e necessario continuare a produrre gli oggetti di cui ci serviamo). Anche nelle epoche precedenti l’informazione aveva un ruolo importante.

L’evoluzione è turbolenta e complessa, con gorghi e correnti che si muovono in“ direzione contraria (basta constatare, per esempio, come una sciagurata dipendenza dai combustibili “fossili” porti a sistemi di potere basati sulle risorse minerarie, in cui è determinante il possesso territoriale – e così riporti a un’economia feudale che sembrava sepolta nella parte più antica del medioevo).

Sembra che l’evoluzione acceleri i tempi. L’era dell’agricoltura durò dieci millenni’, quella dell’industria è durata meno di due secoli (ma un approfondimento storico rivela che sono almeno sei, perché l’evoluzione industriale è cominciata nel Trecento).

Occorre anche tener conto di quella larga parte del mondo che non ha partecipato alla “rivoluzione industriale”, ne ha subito dall’esterno le conseguenze, e ora con diverse forme e gradi di “sviluppo” sta passando da una situazione prevalentemente agricola a una in cui si sovrappongono e si confondono gli effetti della seconda e della terza “ondata”.

L’argomento è così complesso che è impossibile riassumerne qui anche solo gli elementi essenziali. Ma un fatto è chiaro: in tutte le situazioni e in tutte le fasi l’informazione e la comunicazione (o la loro mancanza) hanno, oggi più che mai, un ruolo determinante.

A questo punto mi viene spontanea la domanda: TU SEI NELL’EPOCA DELL’INFORMAZIONE O VIVI ANCORA NELL’EPOCA INDUSTRIALE?

Se sei rimasto ancorato a stereotipi propri degli anni ‘60 ‘70 ‘80 ‘90 del secolo scorso per cui la mattina bastava alzare la serranda ed attendere che entrassero clienti (E FUNZIONAVA ALLA GRANDE!), oggi potresti avere un PROBLEMA. Serio.

Intorno a te tutto è cambiato. 

Imprese, negozi, attività commerciali di ogni genere che eri abituato a frequentare, oggi non ci sono più. Scomparse. Divorate da nuovi scenari competitivi ai quali i proprietari non erano abituati e che non hanno saputo affrontare nella maniera corretta.

Anche tu sei un po’ confuso. A volte ti guardi allo specchio e ti vedi come un Camaleonte in una scatola piena di Smarties.

Gli affari non girano più come una volta.

Lavori come prima e più di prima ma ottieni risultati poco soddisfacenti e i soldi sono sempre meno. La famiglia comincia a risentire delle rinunce che vengono imposte dal “nuovo regime imprenditoriale” nel quale ti trovi.

Non vedi molte soluzioni e sei preoccupato. Preoccupato e INCAZZATO.

Perché i clienti non sono più quelli di una volta, i pochi che ti sono rimasti non sono puntuali nei pagamenti, il direttore di banca che portavi a cena fuori a ostriche, champagne e allegre signorine ti ha voltato le spalle, e cominci a pensare che SIA TUTTA COLPA TUA.

  • La prima buona notizia è che NON TI SEI RINCOGLIONITO all’improvviso.

Semplicemente preso dai mille impegni che il tuo lavoro ha sempre comportato, non ti sei accorto che intorno a te il mondo stava cambiando.

È normale. Quello che è successo (e sta succedendo) a te è accaduto a decine di migliaia di altri imprenditori. Fa parte del gioco della vita.

  • La seconda buona notizia è che ESISTE UNA SOLUZIONE.

Se vuoi sapere come fare per uscire da questa situazione di empasse che rischia di compromettere il tuo futuro e quello della tua famiglia, ora ti spiego come fare.

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