Perché la pubblicità è un’adolescente in crisi ormonale che ha bisogno di attenzione, e come mettere le PR al servizio della pubblicità
Sogni di fare una campagna pubblicitaria da Leone a Cannes per la tua azienda?
Forse questo non è il post(o) giusto per te.
O forse sì. Perchè oggi stai per scoprire quale altro premio potrebbe vincere la tua prossima campagna pubblicitaria, anche senza passare per forza sotto le mani di prezzolate agenzie creative che ti prosciugano il conto.
Come? Con il Premio alla Pubblicità Scientifica.
Venerdì 26 Gennaio a Roma abbiamo presentato la prima Edizione del “Premio per la Pubblicità Scientifica in onore di Claude C. Hopkins”.
Per me è stata oltre che una grande emozione, un grande onore.
Ma per le persone che hanno partecipato, per loro è stato un qualcosa di unico.
Certo, i giornalisti e gli imprenditori che hanno partecipato all’inizio sembravano un po’ storditi.
E’ come quando entri in una casa nuova, o quando ti trasferisci in un altra città.
Un po’ di smarrimento all’inizio ci può stare.
Sentir dire che la creatività in pubblicità non è tutto, sentirsi magari anche punzecchiati nell’orgoglio, per tutti coloro che hanno sempre sognato un Leone a Cannes (e qui parliamo delle agenzie pubblicitarie che hanno partecipato, alcune tra le più famose al mondo come Saatchi&Saatchi), non è facile.
Ma come dicevo, io ho avuto un grande onore e una grande opportunità: quella di ridare pari dignità a un approccio all’advertising ormai relegato in secondo piano: l’approccio scientifico, che appoggia i suoi principi su pilastri diversi da quelli della creatività fine a sé stessa.
Già da tempo avevamo deciso di istituire un premio in opposizione ai premi creativi. Contro la creatività.
Poi però abbiamo riflettuto: perchè lo stiamo facendo? In fondo il nostro obiettivo non è stare antipatici a qualcuno. Nè andare contro la creatività.
Il nostro obiettivo è però mostrare alle persone, alle aziende, ai dirigenti, che la pubblicità non è creatività e basta.
E il nostro intento è stato compreso anche dalle agenzie pubblicitarie che hanno mandato i loro account “in avanscoperta”, a vedere che cosa raccontava questo pazzo.
E poi, la stessa responsabile clienti di Roma di Saatchi&Saatchi, Erica De Monte è intervenuta al momento della premiazione consegnatale: si è dimostrata entusiasta di aver potuto dare, tramite la sua agenzia, un contributo importante a questo premio.
Ma ricapitoliamo.
Il premio è stato consegnato per tre categorie diverse.
- Per la categoria “targeting” il premio è andato a Saatchi&Saatchi per la campagna del Panettone Motta 2016.
- Per la categoria “brand positioning” abbiamo premiato l’agenzia We Believers di New York per la campagna di Volvo USA “Survivor Sales Agent” .
- Per la categoria “Own The Media”, il premio è andato a Alberico Cecchini, co-fondatore e titolare dell’agenzia “MEDIUM” per il magazine “Acqua e Sapone”.
Ma come può essere utile a te capire che cosa è stato il premio?
Perchè questo evento per noi ha significato due concetti di base molto importanti che puoi sfruttare anche tu per il tuo business.
Due concetti chiave che forse anche a chi ha partecipato all’evento sono sfuggiti, tra lo stormo di cose nuove che hanno visto e sentito.
Per questo tu hai la grande fortuna di poterli leggere da qui, nero su bianco, e di poterli applicare direttamente sul tuo business.
Uno.
Questo premio è stato istituito per valorizzare tutte quelle campagne pubblicitarie che probabilmente, per un motivo o per un altro, non vinceranno un premio a qualche galà creativo.
Ma non è un contentino, perché in realtà il nostro premio si basa su precetti diversi rispetto a quelli della pura creatività.
Qual è il concetto base su cui ruota la nostra agenzia, il premio e tutti i precetti dell’Advertising Diretto?
Questo: in una scala da 0 a 100, la pubblicità deve emozionare e coinvolgere 100 il tuo pubblico target. (ecco il primo concetto che dovresti tenere a mente e mettere in leva per le tue campagne).
Che cosa vuol dire?
Innanzitutto che (concetto che più volte ci hanno accusato di sostenere) la creatività NON è inutile.
La pubblicità NON è che non debba emozionare, sia chiaro. Sono gli ordini che devono essere sovvertiti. Che cosa è successo nel mondo della pubblicità, ma anche nel mondo in generale?
Crisi finanziarie, bolle immobiliari, guerre, mutamento degli scenari di mercato. L’apertura dei mercati, la globalizzazione, Internet.
Tutti questi fattori messi assieme hanno portato a una iperproduzione di messaggi: sia d’informazione che pubblicitari.
Ogni mercato è intasato dalla concorrenza. Per ogni settore c’è un numero indefinito di prodotti e servizi. In ogni nicchia di settore operano molti player diversi. Questo ha portato al problema principale: ogni mercato è subissato di messaggi pubblicitari.
La conseguenza è che la pubblicità (e il pubblicitario) ha all’improvviso sentito il bisogno pressante di farsi sentire, di farsi vedere. Bisogno primario come l’aria che respiriamo.
È come una giovane adolescente che sta ancora costruendo la sua personalità: non sa bene chi è, cosa deve pensare, cosa deve dire. Ma ha un estremo bisogno di attenzione.
Per questo segue le mode. Per paura di non essere “all’altezza”. Per paura di non essere abbastanza cool.
Il messaggio pubblicitario è diventato nient’altro che il concorrente, anzi, uno dei tantissimi concorrenti in una gara a chi urla più forte in un ambiente sovraffollato.
La naturale e logica conseguenza di questo è che la pubblicità ha lasciato al palo gli elementi fondamentali per il successo di un brand e per ottenere il risultato di farsi sentire, di emergere, è dovuta ricorrere allo shock, alla creatività, ai nuovi media.
A tutti quei canali che ogni anno vengono ribattezzati come “il futuro del marketing”.
La realtà è un’altra.
Serve in primis ribadire il posizionamento del brand nella mente del consumatore, e mantenere questo posizionamento come unico faro da seguire per tutte le campagne pubblicitarie, senza sovrapporre messaggi creativi fini a sè stessi e creati solo per emozionare o divertire il pubblico.
OK, qual è il secondo concetto fondamentale?
L’evento ha avuto, per il fatto intrinseco di essere un qualcosa che nessuno aveva fatto prima molta risonanza.
Le testate che hanno parlato di noi sono state numerose: da AdvExpress, a Media Key, passando per Libero, Il Messaggero, Metro e Leggo (solo per citarne alcune. In effetti siamo apparsi su oltre 50 testate).
Difatti hanno partecipato e sono intervenuti molti dei giornalisti di queste testate.
Questo non leggerlo come un vanto, ma più che altro come uno strumento da utilizzare nella tua azienda, se ne hai la possibilità.
Che cosa intendo dire?
Le PR sono un elemento fondamentale per rafforzare il tuo brand, per dargli credibilità e per conquistarti la fiducia del tuo pubblico.
Dice Al Ries: “i brand si costruiscono con le PR e si rafforzano con la pubblicità”.
Rassegna Stampa
Che cosa vuol dire?
Che per un brand alcuni media costituiscono una soglia d’accesso importante, alla quale il pubblico dà fiducia e a cui dà sicurezza.
Se hai la possibilità di far parlare la stampa, fallo ribadendo il tuo posizionamento e come ti differenzi dai tuoi concorrenti.
Se hai la possibilità di influenzare l’opinione pubblica tramite i media, sfruttala sempre seguendo il principio di Al Ries “i brand si costruiscono con le PR”.
Ricorda che “non basta che se ne parli”, ma devi comunque fare in modo che ne parlino bene e con il tuo messaggio posizionante bene in vista.
E’ più facile fare pubblicità per i grandi brand più affermati?
Abbiamo scelto di concentrare i nostri sforzi per portare risultati alle PMI, senza accettare le proposte di collaborazione ricevute da parte di alcune big companies.
Raggiungere risultati significativi con le PMI, testare, misurare, verificare i ritorni sugli investimenti, è compito assai più arduo che realizzare una campagna per un Brand di rilievo Nazionale o Internazionale.
Lo so, è controintuitivo, ma l’Advertising per i Big Brand è un esercizio elementare, se rapportato al lavoro che bisogna fare per le PMI.
I concetti che hai visto all’interno di questo articolo sono stati accolti e acclamati dal pubblico dell’evento.
Gli imprenditori hanno finalmente capito qual è la via più corretta e più consona ai loro mezzi e strumenti, per promuoversi e farsi pubblicità.
I giornalisti hanno avuto pane per i loro denti: l’evento del premio è infatti uscito su tutte le testate e le riviste più importanti d’Italia, tra cui:
- Adnkronos
- Libero
- Il Messaggero
- Leggo
- Affari Italiani
- Metro
- MediaKey
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